
La Leggenda
Un’ antica leggenda che si perde nella notte dei tempi narra di un pescatore di Catanzaro chiamato Furio, perchè sin dalla nascita aveva rivelato un temperamento irruente. Ogni giorno Furio usciva con la sua piccola barca nel Golfo di Squillace, battuto dai forti venti ionici, nella speranza di una pesca abbondante.
Una mattina, alle prime luci dell’ alba, il suo orecchio fu colpito dalla dolce melodia di un canto che proveniva dal mare.
Perlustrò le acque intorno e d’un tratto la vide. Era Aurea, la bellissima sirena dalle scaglie dorate di cui aveva sentito parlare ma che aveva sempre creduto fosse un mito.
Di lei si narrava che pietrificasse qualsiasi uomo che avesse l’ardire di guardarla negli occhi.
Ma Furio non aveva alcun timore e quando la sirena si avvicinò all’imbarcazione, il pescatore le rivolse un sorriso e le disse:
“Piacere di conoscerti, Aurea. Sono incantato dalla tua voce. Ma la tua bellezza mi incanta ancor di più”.
Alla sirena piacque quell’uomo – bruno, forte e virile – che non mostrava alcuna paura di parlarle.
E a quel punto decise di lanciare quell’unico sortilegio di cui era in possesso. Appena pronunciò la parola IMPERIUM la barca di Furio fu avvolta da una nube dorata e quando questa si dissolse il pescatore si trovò di fronte a lui Aurea trasformata in una vera donna.
Nacque da subito un’intesa profonda tra i due. E furio fu felice di condurre Aurea a casa sua.
Una casa modesta ma con una bellissima vista sul mare. Vissero insieme giorni di grande pasione. Ad Aurea piaceva la casa di Furio perchè oltre a godere di un bel panorama era attorniata da un ampio giardino con un albero d’arancio al centro e da un orto ricco di erbe officiali.
L’incantesimo però non era destinato a durare in eterno.
Una mattina infatti, Furio si svegliò da solo nel letto. Pensando che Aurea fosse già alzata, assonnato si affacciò alla porta di casa e vide sul tavolo in giardino una lettera e un’ ampolla con del liquido bruno. Preoccupato si avventò sulla lettera e lesse:
Caro Furio, è stato un privilegio conoscerti e amarti. Sei stato il primo uomo che mi ha fatto desiderare di essere umana al 100%.
E non mi sono mai pentita della decisione. Purtroppo però il sortilegio svanisce dopo 55 giorni. Ecco perchè prima dello scoccare della mezzanotte mi sono allontanata da te e sono andata a riva.
Quando leggerai queste righe sarò già in mare aperto, tornata sirena a guizzare tra le onde.
Ho voluto però lasciarti qualcosa che simboleggia il nostro amore. Vedi l’ampolla al fianco della lettera? E’ piena di un elisir che ho preparato con le essenze botaniche del tuo giardino e del tuo orto. Un elisir impetuoso come il tuo carattere e gentile come il mio sguardo rivolto a te.
Ho infuso insieme 33 erbe e le ho lasciate macerare 55 giorni, come i bellissimi giorni trascorsi con te.
L’ho chiamato IMPERIUM come l’incantesimo che mi ha permesso di essere al tuo fianco. Bevilo alla mia salute e sappi che io non ti dimenticherò mai.
Per sempre tua,
Aurea
Furio agguantò l’elisir e si precipitò verso la riva sperando di intravvedere in lontananza Aurea.
Ma scrutando in ogni dove l’orizzonte non la vide. Sconsolato stappò l’ampolla e con le lacrime agli occhi bevve un sorso di IMPERIUM, amaro e dolce insieme, preparato con tanto amore da Aurea.
Nella furia però una goccia dell’elisir cadde e bagnò un ciottolo sul bagnasciuga. Ci fu un bagliore e il ciottolo di sasso si trasformò in un ciottolo d’oro.
D’oro come le scaglie dorate di Aurea. Furio lo raccolse, lo strinse nel pugno e lo appoggiò sul cuore. E poi sorridendo, guardando ancora il mar Ionio che brillava sotto il sole disse:
“Non ti dimenticherò mai neanch’io, Aurea!”
